Chakra della radice o Muladhara: il primo Chakra

Chakra della Radice o Mulhadara: di cosa parliamo esattamente?
“L’Uomo è un essere multidimensionale”. Se sei su questo articolo è perché, molto probabilmente, anche tu senti che c’è “molto di più” di tutto quello che normalmente viene considerato, nella cultura della nostra società contemporanea.
Molto più della sola parte “fisica”, che possiamo toccare, esistono tanti altri livelli di profondità (o di altezza, allo stesso modo).
Ma la comprensione è direttamente legata alla conoscenza, che a sua volta è legata all’esperienza.
Ecco perché, in questa serie di articoli sui “7 chakra tradizionali”, vogliamo suggerire dei modi per fare esperienza diretta di ciò di cui parliamo, attraverso lo sviluppo di un senso assolutamente fondamentale a questo scopo.

Questo senso così importante è chiamato PALMING, nel linguaggio della TEV/Tecnica Energo Vibrazionale).
Abbiamo già spiegato come esercitarsi per attivare in pochi minuti questo senso, e intraprendere il percorso di scoperta del mondo sottile attraverso (anche) il Palming, proprio qui.
Ti invito perciò, dopo aver letto questo articolo, ad approfondire ulteriormente e a scoprire questo straordinario senso, consultando la Guida Introduttiva alle Energie Sottili.
Questa breve introduzione per chiarire, fin da subito, che grazie allo sviluppo di questo senso, potrai IMMEDIATAMENTE percepire i centri energetici detti chakra, di cui parleremo singolarmente e in modo approfondito, in questa serie di articoli ad essi dedicati.
Chakra della Radice o Muladhara: dove si trova?
Quello che nella tradizione induista viene chiamato “Chakra della Radice o Muladhara”, nella TEV (Tecnica Energo-Vibrazionale) prende il nome di Chakra Basale.
Il chakra Basale si trova all’altezza delle vertebre sacrali, quindi proprio alla fine della colonna vertebrale. Una volta che avrai preso familiarità con il Palming, potrai immediatamente fare una prova, collegandoti al tuo stesso Chakra della Radice o Mulhadara, per “testare” la sua vitalità.
Dopo che lo avrai percepito, sarà molto più facile caricarlo di energia pulita, quando fosse necessario.

Nella TEV generalmente utilizziamo degli strumenti apposta, come ad esempio il Cleanergy, per velocizzare il lavoro di “ricarica”, e soprattutto per svincolarlo dalle condizioni dell’operatore, che ricordiamolo, è sempre la parte più importante dell’operazione di “pulizia energetica”.
L’utilizzo degli strumenti, però, è sempre conseguente ad un’analisi effettuata sempre con il Palming, attraverso la quale, con l’esperienza e la pratica, si riescono a distinguere le varie qualità di energie sottili pulite o congeste, presenti nei punti che stiamo esaminando.
Chakra della Radice o Muladhara: qual è il colore ad esso associato?
Nel percorso di conoscenza che, ripetiamo, deve andare di pari passo con l’esperienza, può essere molto utile aiutarsi con la visualizzazione mentale degli “enti energetici”.
Nel linguaggio TEV usiamo anche questa locuzione per intendere i chakra, ma non solo. Un ente energetico può essere ad esempio anche un organo fisico inteso in toto dal punto di vista sottile.
Se ti può essere di aiuto per affinare la percezione del Chakra della Radice o Muladhara (Chakra Basale), sappi il colore che tradizionalmente gli viene associato è il rosso.

Questo colore rappresenta i principi della vitalità, della forza, è il colore dell’attività per eccellenza, della carica vitale.
Il rosso è anche il colore – e anche questo non è affatto un caso – che sta alla base del nostro spettro visibile, è il primo colore dell’iride, per intenderci. Come si può notare, il colore del Chakra della Radice, o Chakra basale, non può essere altro che il Rosso!
Chakra della Radice o Muladhara: cosa controlla?
Il Chakra della Radice o Muladhara (Chakra Basale) è quel chakra che presiede alle funzioni di tutti i tessuti, quindi è coinvolto in una infinita -o quasi- serie di processi che coinvolgono tutto il sistema energetico.
A partire dal sangue, che è un tessuto liquido, alle ossa, alla pelle, i muscoli, il tessuto connettivo.
Il tessuto connettivo è estremamente importante, coinvolge tutti gli organi e dà loro nutrimento e sostegno agli organi, permettendo la comunicazione tra le varie cellule.
Questo tessuto, in caso di infiammazione si atrofizza -da sol diventa gel-, e questo stato impedisce la comunicazione cellulare.
Esistono dei massaggi, come quelli del metodo Further, che attraverso una frizione estremamente spinta sul tessuto connettivale, lo riportano allo stato sol, ripristinando le comunicazioni cellulari.
Questo avviene anche a livello energetico. Un’atrofizzazione del tessuto connettivale impedisce il passaggio delle informazioni energetiche e vibrazionali.
In questo caso anche il chakra di base sarà coinvolto.
Dal punto di vista biologico, il Chakra della Radice o Muladhara (Chakra Basale) è collegato ai problemi a carico del sangue: dalle patologie più importanti fino alle intossicazioni, ad esempio, possono determinare una disfunzione del chakra Basale.

Anche le malattie a carico della pelle hanno una grande attinenza con il chakra basale, quindi anche ad esempio le dermatiti.
Per tutti i problemi a carico del tessuto osseo, è molto importante intervenire sul Basale, che è coinvolto anche nei processi di acidificazione del sangue.
L’acidificazione del sangue, dal punto di vista naturopatico, innesca un meccanismo che viene definito “sistema tampone”, per cui quando abbiamo un’acidosi tessutale, l’organismo va a cercare all’interno di sé gli elementi che possono compensare questo pH alterato.
E il più grande serbatoio alcalinizzante che abbiamo nel nostro organismo sono le ossa, il calcio, che è un forte alcalinizzante.
Ma questo “rubare” calcio dalle ossa, determina poi inevitabilmente delle carenze nel tessuto osseo.
Quindi, intervenire sul chakra Basale favorisce anche il giusto ripristino della attività del pH del sangue.
In conclusione, il chakra Basale è chiamato in causa in tutte quelle condizioni che sono a carico dei tessuti, dal sangue al tessuto connettivo, a problemi ossei.
Chakra della Radice o Muladhara: cosa fare per riequilibrarlo?
Come si riequilibra il primo chakra? Ci sono vari modi più meno rapidi di mettere in atto questa operazione. È importante, però, ricordare che qualsiasi azione energetica andrebbe fatta con un intentus, un’intenzione ben chiara e precisa, e solo dopo aver fatto un’analisi della situazione.
A volte ho sentito, in qualche forum online o anche di persona “come sbloccare il primo chakra, come sbloccare il chakra della radice”?
Ecco, questa domanda è quantomeno mal posta, nel senso che, finché siamo in vita, un chakra, soprattutto il Basale, non può “bloccarsi”.

Studiando l’Anatomia Sottile, quella strutturata da Roberto Zamperini, e che si approfondisce durante i vari livelli TEV, scopriamo che le qualità dell’energia sono molteplici.
Impariamo che un chakra, essendo un vero e proprio filtro, e comportandosi come tale, con una parte IN e una parte OUT, può ad esempio avere un rapporto tra energia vitale ed energia congesta di tipo sfavorevole, ma mai “bloccarsi” del tutto.
ll chakra Basale rappresenta il nostro collegamento alla terra, o meglio il grounding, la capacità di radicarci, e quindi di avere una risposta idonea verso la realtà esterna.
Il Chakra della Radice o Muladhara (chakra Basale) si trova molto spesso inibito, non pienamente carico di energia vitale, in tutti quei soggetti che soffrono di astenia, dunque stanchezza, non solo fisica ma anche mentale. Questo chakra risulta estremamente piccolo, estremamente scarico.
Dunque dire “base” vuol dire dire anche “grounding”, vuol dire dire anche capacità di sopravvivenza, perché è il chakra che veramente permette la sopravvivenza di tutto il sistema energetico.
Il Chakra della Radice o Muladhara (chakra Basale) può essere immaginato come il grande magazzino da cui tutto il sistema energetico attinge. Immagina un pozzo da cui viene prelevata l’acqua e poi fatta circolare in tutto il sistema.

Questa “memoria di sopravvivenza”, che è strettamente correlata al basale, trova anche una qualche affinità con il nostro rapporto con la casa, da cui il chakra trae sostegno.
Infatti il chakra basale possiamo definirlo anche in un altro modo, possiamo definirlo “la struttura”. Tutto ciò che è struttura ha attinenza e affinità con il chakra basale.
La struttura è anche la nostra casa, un’estensione del nostro io, ecco perché nella TEV si dà anche particolare importanza all’ambiente in cui viviamo.
Un modo per incrementare il chakra Basale, economico ed ecologico, per esempio, è fare una passeggiata, meglio se in un parco all’aperto. In particolare, passeggiare su di un prato a piedi nudi, praticare QiGong, magari scalzi, in luoghi ad alte vibrazioni, in Natura, è un ottimo modo per caricare il chakra Basale.
Fare attività fisica mette in moto il chakra basale, il sangue, la circolazione, i muscoli, i tessuti che da questi dipendono.

Chi pratica la TEV, già al primo livello di corso, impara a eseguire un Trattamento Sistemico non solo sul primo chakra, ma su tutto il Circuito Energetico Principale, attraverso la Tecnica dell’Impilamento che viene eseguita con il Cleanergy.
Questo Trattamento parte sempre da un’analisi, da un test, effettuato con il Palming, dei vari singoli chakra, e ha l’obiettivo di ristabilire il corretto rapporto energetico tra i vari chakra di tutto il Sistema Energetico dell’Uomo.
Chakra della Radice o Muladhara: qual è la pietra ad esso associata?
Per gli appassionati di Cristalloterapia, al primo chakra vengono associate in generale tutte le pietre di colore scuro, o nere. Tra queste troviamo l’agata nera e grigia, il corallo, il diaspro rosso, l’ematite, il granato, la magnetite, l’ossidiana, l’onice, la pirite, il rubino, la tormalina nera.

Concludiamo ricordando che l’efficacia di ogni azione – parliamo di pulizia energetica in questo caso- è comunque sempre legata al Primo Raggio, alla Volontà, all’Intenzione di chi opera questo atto.
Ti invito a leggere anche tutti gli altri articoli dedicati ai vari chakra “tradizionali”, dove troverai approfondimenti sulle loro qualità, funzioni, e caratteristiche.