Chakra - i 7 della Tradizione indiana

Quanti sono “davvero” i 7 Chakra? Come conoscerli tutti e armonizzarli naturalmente

Chakra: significato e funzioni principali 

I Chakra (sostantivo sanscrito, utilizzato nella tradizione indiana, che vuol dire “ruota”) e i loro corrispettivi linguistici nelle altre culture tradizionali, possono essere definiti in modo concorde come gli snodi della rete energetica sottile degli esseri viventi.

Abbiamo già visto nell’articolo riguardante le energie sottili, come i chakra possano essere immaginati come dei veri e propri filtri, che aspirano le energie sottili pure e biodisponibili dall’ambiente, espellendo poi le energie sottili congeste.

In questo modo forniscono il necessario nutrimento di prana, Qi, energia vitale, a tutto il nostro Sistema Corpo-Psiche, in modo da consentirgli di svolgere tutte le sue funzioni in modo armonioso e corretto.

Chakra - i 7 della Tradizione indiana
Chakra – i 7 della Tradizione indiana

Chakra: sono davvero solo sette?

La maggioranza degli autori che seguono la Tradizione Indiana e che parlano di chakra, ne contano sette. Ma si tratta comunque, appunto, solo di una parte di questi autori, e soprattutto di ciò che è stato diffuso -semplificato- in Occidente.

Roberto Zamperini, e quindi la TEV, così come altri ricercatori, sono concordi invece sul fatto che esistano molti più chakra rispetto ai sette “tradizionali” generalmente conosciuti.

Credo che sia piuttosto intuitivo, se ci fermiamo un attimo a riflettere, che “solo” sette chakra non possano bastare a sostenere un complesso sistema energetico, di organi, meccanismi ormonali, reazioni biochimiche ed elettriche, in modo da alimentarlo dal punto di vista delle energie sottili e mantenerlo sano e in equilibrio.

Precisiamo subito però che, nella TEV, questi sette chakra tradizionalmente conosciuti esistono eccome, e anzi si collocano all’interno di un Circuito Energetico principale che ne comprende esattamente quattordici. 

Chakra - i punti Tsubo dell'agopuntura
Chakra – i punti Tsubo dell’agopuntura

I 7 chakra «tradizionali» e la loro corrispondenza con la TEV

Tradizionalmente, i 7 chakra “universalmente riconosciuti” sono:

Muladhara: Chakra della Radice – Questo chakra, nella nomenclatura della TEV viene chiamato “Basale”.

Svadhisthana: Chakra Sacrale – Questo secondo charka, appartenente al canale anteriore, secondo la TEV, viene chiamato “Sessuale”

Manipura: Chakra del Plesso Solare – In questo caso, il nome del chakra diventa semplicemente “Solare”, dividendosi poi, come vedremo, in Solare anteriore e posteriore. 

Quindi ne troviamo, nell’Anatomia Sottile della TEV, uno su ogni canale energetico principale. Più avanti approfondiremo questi aspetti.

Anahata: Chakra del Cuore – Nella TEV prende il nome di Cardiaco: anche in questo caso, ne troviamo uno su ogni canale principale.

Vishuddha: Chakra della Gola – Per questo chakra il nome resta semplicemente “Gola”.

Ajna: Chakra del Terzo Occhio – Per la TEV si è scelto di mantenere il nome sanscrito, quindi anche nel nostro caso si chiamerà Ajna.  L’Ajna è un chakra molto particolare, dato che secondo la TEV è il canale principale dove passa il nostro R1, il Primo Raggio, quello della Volontà, dell’Azione, della Presenza. È anche quello che lavora in “alternanza” al chakra frontale, come vedremo in un esempio più avanti in questo articolo.

Sahasrara: Chakra della Corona – Ultimo ma non ultimo, questo chakra viene denominato nella TEV “Corona centrale”, per distinguerlo dagli altri due che pure sono presenti poco più in basso sui canali energetici, e prendono i nomi di “corona anteriore” e “corona posteriore”.

La Gerarchia dei Chakra: esiste un “ordine di importanza”?

Un’importante precisazione che va fatta, per comprendere meglio i risultati della ricerca della TEV, è ricordare che questi ampliano e approfondiscono molti degli aspetti di altre antiche discipline energetiche, come ad esempio lo Yoga e il Qi-Gong.

Secondo queste pratiche, infatti, esistono dei canali all’interno dei quali scorre l’energia sottile che alimenta il nostro sistema.

Per gli indiani parliamo di nadi, mentre per la visione cinese si fa riferimento ai meridiani. Per entrambe le tradizioni, questo numero di canali energetici è enorme.

Capiamo quindi che esiste un sistema di circolazione dell’energia ben preciso, un ordine e un verso di scorrimento dell’energia all’interno di questi canali, e quindi anche una sorta di “gerarchia” dei chakra, che potremmo rappresentare come i punti di congiunzione di questa fitta rete.

La TEV ha creato una vera e propria mappatura di questa rete e dei numerosissimi chakra che la compongono, stabilendo come ci siano dei chakra che “reggono” determinati organi specifici, così come dei chakra che a loro volta controllano altri chakra.

La conclusione di Roberto Zamperini, provata e testata attraverso la specifica tecnica del palming, fondamentale per verificare “manualmente” la bontà delle supposizioni e delle informazioni anche contenute all’interno delle tradizionali visioni orientali, ci dice che:

L’energia sottile vitale, o bioenergia, scorre:
dall’alto verso il basso, nella parte anteriore del corpo;
dal basso verso l’alto, nella parte posteriore del corpo.

L’«autostrada» dei Chakra: il Piccolo Circuito Celeste

I canali attraverso i quali scorre la bioenergia, divisi tra posteriore e anteriore, sono chiamati rispettivamente dalla tradizione cinese Vaso Governatore e Vaso Concezione.

Il primo, Vaso Governatore, rappresenta il circuito di energia che scorre dal perineo, lungo la spina dorsale, entra nella testa, corre sopra la calotta cranica, scende fino al punto mediale tra gli occhi e raggiunge il palato e le gengive, dove si collega al Vaso Concezione. 

Se ne conclude che il Vaso Concezione scorre posteriormente.

Il Vaso Concezione, al contrario, corre dal perineo, lungo la parte anteriore del corpo e raggiunge la lingua, dove si collega al Vaso Governatore. Se ne conclude che il Vaso Concezione scorre anteriormente.

In conclusione: due canali, uno anteriore e l’altro posteriore.

Questi due fondamentali Canali Energetici vengono anche chiamati “Piccolo Circuito Celeste”, e consentono all’energia vitale di scorrere, in particolare quando “chiudiamo” questo circuito, ponendo la punta della lingua alla base del palato anteriore.

È uno degli “shen-fa” (metodi del corpo) da seguire quando si pratica il Taijiquan (Tai-Chi), ed è anche fondamentale farlo durante il palming, ossia i momenti di test delle energie sottili attraverso il palmo delle mani. 

In questo modo si consente al flusso dell’energia vitale di scorrere in maniera più libera e naturale.

I 14 Chakra principali: la grande innovazione della TEV

Come si vede dalla figura qui proposta, tratta dal libro “Anatomia Sottile – Primo Volume”, c’è una collocazione ben precisa per ognuno dei chakra, e alcuni presentano un proprio analogo sia sul canale anteriore che posteriore, come il chakra solare e il cardiaco.

I chakra vengono divisi, oltre che tra appartenenti al canale anteriore e quello posteriore, anche in superiori e inferiori.

Già durante il Corso TEV del Primo Livello si impara, oltre che a percepire e riconoscere i vari chakra appartenenti al Canale principale, anche a “trattarli” in modo da riequilibrarli secondo il Protocollo Sistemico.

Questo innovativo approccio alle energie sottili, basato ovviamente sull’Anatomia sottile codificata da Roberto Zamperini e dal CRESS, stabilisce una certa proporzione anche tra la “grandezza” dei vari chakra, secondo una gerarchia ben precisa come abbiamo già detto prima.

Inoltre, insieme ai chakra, si “trattano” e si ripuliscono dal punto di vista delle energie sottili anche dei centri importantissimi per il nostro organismo, come il Timo, il Lobo Splenico e il Corpo Calloso, che collega i due emisferi cerebrali.

Oltre al chakra solare e a quello cardiaco, facenti parte del circuito principale, anche il chakra della corona e il perineo hanno una coppia di omologhi anteriore-posteriore.

I rapporti tra i Chakra: l’Anatomia sottile e le sue regole

Il Palming, la tecnica di percezione delle energie sottili utilizzata nella TEV, ci consente, con la pratica, di stabilire la «grandezza» di un campo energetico, così come di un chakra, una volta «tarato» il nostro strumento con una scala da uno a dieci.

In questo modo possiamo percepire, oltre alla qualità dell’energia (quindi se pura e vitale oppure se congesta), anche l’ampiezza del campo energetico.

Facciamo un esempio, per comprendere come sia spesso fuorviante, nonché del tutto errato, parlare di chakra “grandi o piccoli”, così come “aperti o chiusi”, senza contestualizzare queste informazioni.

Il chakra ajna (posto tra le sopracciglia) e il chakra frontale (posto al centro della fronte) hanno un comportamento assai singolare. 

Il chakra frontale dipende dal chakra ajna, ovvero è alimentato da quest’ultimo. 

Potremmo facilmente stabilire, dopo un test, che il chakra frontale è minore rispetto al chakra ajna.

Ma basta saper testare i chakra, per accorgersi che quando chiudiamo gli occhi, si attiva il chakra frontale e si inibisce il chakra ajna, mentre quando apriamo gli occhi, avviene l’inverso. 

Qual è il più grande tra i due chakra? Dipende se stiamo ad occhi aperti o chiusi. 

Se ne conclude che, almeno in questo caso, la “grandezza” dei chakra è un concetto relativo allo stato di coscienza

Già, perché a occhi chiusi, il nostro cervello produce più onde alfa, connesse al chakra frontale, mentre ad occhi aperti produce più onde beta, connesse al chakra ajna.

Non solo, ma se si testano i chakra di una persona che dorme, ci si accorge che sembrano tutti chiusi, meno il chakra coronale centrale ed il perineale. 

Per la verità, questa è una semplificazione, in quanto le cose sono più complicate di così, dato che la grandezza dei chakra varia a seconda dello stato di coscienza del dormiente

La chiusura di tutti i chakra (o, più precisamente, la loro inibizione), meno il coronale e il perineale, avviene solo quando il soggetto si trova nello stato delta, caratterizzato da onde cerebrali comprese tra zero e quattro Hz.

Non preoccuparti, approfondiremo in altri articoli questi argomenti, che certamente hanno solleticato parecchio il tuo interesse.

Ad ogni modo trovi già molte delle informazioni necessarie a comprendere questi concetti nel catalogo CRESS dedicato alle Energie Sottili a questo link.

Chakra - Alcuni dei libri per approfondire la ricerca del CRESS
Chakra – Alcuni dei libri per approfondire la ricerca del CRESS

Chakra: conclusioni aperte

Come potrai immaginare, c’è davvero un universo infinito dietro queste premesse. Le Tradizioni ci tramandano conoscenze che è nostro compito valutare, elaborare, approfondire, e soprattutto verificare in prima persona.

I chakra sono uno degli aspetti più interessanti del mondo delle Energie Sottili, essendone dei “gestori” se così possiamo dire, e grazie all’analisi delle loro qualità e quantità, contestualizzate in maniera appropriata, possiamo avere molte informazioni riguardanti gli organismi che stiamo testando.

Per questo è parecchio riduttivo parlare dei soli 7 chakra “convenzionali” e limitare la complessità della rete energetica sottile a questi -pur comunque importantissimi- punti di collegamento.

C’è da dire che, una volta entrati in questo mondo, dopo aver letteralmente “toccato con mano” attraverso il palming, e aver scoperto questo meraviglioso senso aggiuntivo, tutto assume un senso e un significato diverso.

Molte di quelle che erano magari solo intuizioni possono trovare un riscontro tangibile, e si svela un universo di conoscenze il cui approfondimento può essere letteralmente infinito, collegando le varie tradizioni ad un approccio più pragmatico, conservandone gli insegnamenti e contestualizzandoli anche alla luce delle informazioni del XXI secolo.

Nel percorso della TEV si entra, poco alla volta, in questo universo di conoscenze, e si è stimolati non solo a praticare e conoscere l’Anatomia e la Fisiologia “Sottile”, ma anche quelle relative al corpo fisico, secondo il Principio di Interazione Denso-Sottile, che è anch’esso alla base della TEV, nonché dell’esistenza stessa in questa dimensione.