Il chakra del cuore o Anahata, il quarto chakra

Che cos’è il chakra del cuore?
Il chakra del cuore, o Anahata, è un’entità energetica che, come spesso accade nella T.E.V., non corrisponde a quello che normalmente viene inteso nella tradizione yogica e induista.

Il blog dove ti trovi ha lo scopo di diffondere la Conoscenza custodita dal C.R.E.S.S. nella persona di Sonia Germani Zamperini, ed elaborata dall’eredità di Roberto Zamperini, grazie ad una vita di ricerca nel campo delle Energie Sottili.
Ciò che invitiamo sempre a fare, quando si parla in questo caso di entità energetiche come i chakra, è di testare, attraverso il palming, ciò che viene insegnato tramite i Corsi dal vivo e la produzione editoriale dei libri scritti da Roberto Zamperini e Sonia Germani Zamperini.
Centinaia di professionisti, della medicina, dello sport, delle arti, in vari settori, hanno sperimentato con successo e utilizzano le tecniche e i dispositivi creati dal C.R.E.S.S., atti ad agire sui corpi sottili, secondo i protocolli previsti dallo studio dell’Anatomia Sottile.
In questo modo, questi strumenti, accelerano i processi di autoguarigione, ripuliscono gli ambienti “congesti” come ad esempio gli studi di terapia psicologica e similari, dove la presenza di forme pensiero congeste pervade l’etere e appesantisce l’operatore che resta per ore a contatto con queste pesanti entità energetiche.
Cosa fare per sbloccare il quarto chakra?
La T.E.V. è uno strumento straordinario che è a disposizione di chi entra in risonanza con questo tipo di approccio, e che può dal suo utilizzo trarre gran beneficio.

I chakra, come abbiamo detto più volte in questa serie di articoli, sono secondo la T.E.V. dei filtri IN/OUT, che collegano la fitta rete di campi sottili associata al nostro corpo biologico (e non solo).
Quindi, ricordiamo che per ripristinare l’attività corretta di un chakra, non basta agire solo su di esso, ma va effettuato quantomeno un Trattamento Sistemico che comprende tutto il Circuito dei 14 chakra principali (più alcuni altri organi/ghiandole).
Una procedura che si impara al Corso T.E.V. 1, dopo aver studiato l’Anatomia Sottile dello stesso circuito, appunto.
E si esegue solo dopo aver praticato degli esercizi di sensibilizzazione.
Ora vediamo il primo e più importante, che serve per attivare, “svegliare” i palmi delle mani per poter utilizzare il palming in ogni operazione di analisi energetica.

Come si esegue l’esercizio della fisarmonica?
Prima di tutto mi raccomando una cosa: di non porci sotto esame. Prendiamola come un gioco, esattamente come fa un bambino quando impara, quando apprende qualche cosa di nuovo, la prende come gioco.
È importante tenere a bada l’aspetto razionale, l’emisfero sinistro (che è antitetico a quello destro), che è invece l’emisfero che realmente ci fa percepire l’energia. Quindi – possibilmente, so che è difficile all’inizio- però cerchiamo di lasciare i dubbi.
Arriveranno un sacco di pensieri: facciamo che questi pensieri ci attraversino come delle nuvole, che non si soffermino più di tanto. Vediamo di farci attraversare e poi ritorniamo alla percezione nelle nostre mani.
Un altro elemento per facilitarti a percepire è il rilassamento. Più siete rilassati e più è facile raggiungere la percezione. Quindi, inizialmente, la posizione accademica è con la punta della lingua attaccata al palato. In questo modo si lavora su di un elemento di anatomia sottile, e cioè il collegamento del canale anteriore con quello posteriore.
Quando si uniscono questi due canali aumenta la circolazione energetica e aumenta quindi la nostra portanza energetica, la nostra percezione. Ecco perché è importante tenere la lingua attaccata al palato.
Oltre a questa indicazione fondamentale, la posizione accademica prevede una “postura” quadrata: i piedi ben piantati per terra in modo da poter scaricare il peso e l’energia. L’ideale sarebbe non avere nessuna parte isolante come la gomma sotto i piedi, quindi sarebbero meglio delle scarpe di cuoio.

Sotto la pianta dei piedi abbiamo tantissimi chakra. La reflesso-terapia si basa proprio su questi principi. Teniamo anche la colonna vertebrale ben diritta, perché ci fa da antenna.
Questa sarebbe la posizione ideale, per poter ricreare una situazione adatta a quella che è la percezione.
Poi un altro dettaglio che fa la differenza: chiudete gli occhi, e automaticamente si attiverà il chakra che sta qui al centro della fronte, che si chiama chakra frontale (non l’Ajna, che è poco più sotto, ed è attivo nello stato di veglia e con gli occhi aperti).
Il chakra frontale coordina diversi sistemi, tra cui l’ipofisi, e ci permette di entrare in uno stato di coscienza più rallentato, definito stato di coscienza alfa.
Mantieni la tua Attenzione sul respiro, che sia Calmo e regolare. Mano a mano rilassa il viso, il collo e le spalle. Mantenendo il respiro calmo e regolare. Rilassa l’addome.

Ora, mantenendo gli occhi chiusi Porta le mani vicino, in modo che i palmi delle mani si guardino, quasi a sfiorarsi. Non si toccano, Le dita sono distese. Non c’è attenzione nelle mani, che sono tenute un po’ a coppa. Ora porta tutta la tua consapevolezza, al centro del palmo delle mani.
Ogni altra sensazione o pensiero deve essere allontanato. Tu sei nelle tue mani.
Ora proviamo ad aprire dolcemente le mani. Non allontaniamo troppo le mani: un po di più, circa alla larghezza delle spalle.
A cosa serve il quarto chakra?
Il quarto chakra, nella T.E.V. prende il nome di Cardiaco anteriore. Esso sovrintende alle funzioni del cuore -organo- e non è il chakra del cuore.
Tendo a precisare: esiste il chakra del cuore, ma è un chakra minore che dipende dal Cardiaco anteriore, che è il chakra principale. Dunque sovrintende alle funzioni del cuore, del sistema arterioso, del sistema venoso, del microcircolo.
Questo per quanto riguarda le funzioni primarie, dal punto di vista biologico.
Salendo di livello nelle altre dimensioni, il Cardiaco anteriore è il chakra dove vengono espresse le nostre emozioni più nobili.
L’Amore – quello con la A maiuscola- viene espresso in modo particolare da questo chakra. Le persone generose, dedite agli altri, altruiste, hanno questo chakra molto, molto sviluppato. È il chakra della donazione, senza nulla a pretendere. Già da queste indicazioni vi posso dare degli altri input.

Ad esempio: una persona, che soffre di problemi circolatori, avrà il chakra sofferente, che ha bisogno di un’attenzione e di essere equilibrato? Certamente, perché il chakra Cardiaco anteriore coordina le funzioni del sistema arterioso e del sistema venoso.
Una persona che accusa emorroidi, (anche se sono distanti dal punto di vista topico nel corpo) può avere un problema nel Cardiaco anteriore? Assolutamente sì. Dunque, già avendo questi elementi fissati di Anatomia Sottile, potete già fare una prima anamnesi energetica.
Il chakra denominato Cardiaco anteriore è il chakra della Risonanza per eccellenza, dell’empatia, del collegamento con l’esterno. È il Quarto Raggio, che contribuisce ad amplificare gli effetti energetici delle azioni del nostro Intentus.
Ma parleremo in modo più approfondito della Risonanza e dell’importanza fondamentale di questo fenomeno in un altro articolo.
Cosa vuol dire Anahata?
Anahata, in sanscrito vuol dire “non colpito”. Per la visione induista trasmessa in occidente, ormai universalmente “riconosciuta” dei 7 chakra (ma per la tradizione asiatica sono molti di più) è il chakra che collega i 3 chakra inferiori e i 3 superiori.

Ecco il Circuito Principale con i 14 Chakra. Questa è un’illustrazione di proprietà del C.R.E.S.S. e si trova all’interno del volume “Anatomia Sottile”, di Roberto Zamperini, che puoi trovare qui.
Ma, come abbiamo visto all’inizio di questo articolo, l’Anatomia Sottile strutturata dalla T.E.V. lo intende in un altro modo, e con altre funzioni ben diverse.
Che colore è il chakra del cuore?
Il quarto charka, o chakra del cuore “convenzionale” è associato al colore verde e quindi anche alle pietre dello stesso colore.
È una modalità di associazione che richiama ovviamente anche lo spettro luminoso dei 7 colori dell’iride e del loro preciso susseguirsi.
Si tratta di osservare e mantenere una certa “coerenza” nei linguaggi che possiamo osservare attorno a noi, e nei quali possiamo trovare delle corrispondenze inequivocabili, delle varie qualità specifiche.
Così come la Luce, il Suono, i Colori, sono frequenze, allo stesso modo l’Energia è frequenza, e riuscire a collegarsi con queste diverse qualità energetiche di volta in volta, è una pratica che stupisce anche dopo anni che la si è scoperta.
Invitiamo i lettori ad attivare i chakra dei palmi delle mani con l’esercizio della fisarmonica proposto in questo articolo, e sorprendersi alla scoperta di questo senso meraviglioso, che una volta scoperto, nessuno può più toglierci: il palming.