Neuroplasticità e Campo Energetico | Il ponte tra pensiero, identità e trasformazione
Contenuti nascondi E come nasce? Come è il modus operandi migliore per influenzare davvero il campo energetico? Ma cos’è questa neuroplasticità? Come può influenzare il campo energetico? E qual è il ponte tra il cervello e la TEV? E gli aspetti vibrazionali del campo energetico? Bentornati al nostro percorso sulle energie sottili e la Tecnica…
Bentornati al nostro percorso sulle energie sottili e la Tecnica Energo Vibrazionale. Nelle precedenti puntate abbiamo esplorato l’importanza del ritmo, della regola e della ripetizione, sia nella pratica della TEV che nella vita di grandi innovatori e ricercatori. Tutto questo in riferimento alla regola delle 3 R: Ritmo – Regola – Ripetizione, ossia del Settimo Raggio, strumento potente per modificare il nostro campo energetico.

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Oggi approfondiamo come questi principi agiscano nella nostra mente e nel nostro campo energetico, creando un ponte tra neuroscienze ed energie sottili.
Tutti i grandi ricercatori, anche quelli che appartengono al mondo del vibrazionale, hanno usato la ripetizione dell’osservazione, la regola dell’intento chiaro, il ritmo del ritorno quotidiano.
La TEV non è una tecnica da fare una volta, è un processo di riscrittura del campo energetico che si radica nella ripetizione.
E come nasce? Come è il modus operandi migliore per influenzare davvero il campo energetico?
Il cambiamento nasce da un pensiero, un pensiero cosciente. Può essere un’idea, una convinzione, una valutazione o anche una semplice osservazione.
Un esempio: potrei andare a correre ogni mattina.
Più un pensiero viene ripetuto, più crea un solco nella mente, come un sentiero nella sabbia percorso più volte.
Questo è un concetto centrale nella neuroplasticità. I neuroni che si accendono insieme tendono a collegarsi.
E la ripetizione crea il rinforzo neurale. Diventa un dialogo interno, il pensiero comincia a far parte di questo dialogo, il modo in cui noi ci parliamo, e modifica effettivamente il campo energetico.
Frasi come “devo allenarmi, lo faccio per stare meglio”, eccetera, rinforzano l’idea.

Nelle neuroscienze, il dialogo interno è riconosciuto come una delle modalità con cui il cervello consolida l’apprendimento e l’autoregolazione.
L’attività della default mode network, una rete neurale attiva nei momenti di introspezione, riflessione e autoriferimento, gioca un ruolo cruciale.
Quando ripetiamo frasi o immagini mentali, stiamo attivando queste aree, rafforzando percorsi neurali e memorie di sé.
Il cervello risponde a ciò che ci diciamo come se fosse reale, influenzando ormoni, percezioni corpore ed emozioni, e quindi anche il campo energetico.

La ripetizione costante del pensiero può trasformarsi in una convinzione. Io sono una persona sportiva, ad esempio, e le convinzioni guidano il nostro comportamento in modo automatico e profondo.
Una volta che il pensiero è abbastanza forte da motivare un’azione e quell’azione viene ripetuta nel tempo, il cervello inizia a creare uno schema automatico, un’abitudine.
Il cervello ama risparmiare energia. Una volta che una sequenza si è appresa, la delega a dei circuiti automatici, quelli dei gangli della base.
E il comportamento diventa identità. Quando una persona agisce in base a quell’abitudine per un po’ di tempo, inizia a identificarsi con quel comportamento.

Non è più solo “faccio jogging”, ma “sono un runner”. L’identità è potentissima nel rafforzare un’abitudine.
In sintesi, questo è ciò che avviene nel percorso mentale. C’è il pensiero, la ripetizione, che crea un dialogo interno, genera una convinzione che produce un’azione, un’abitudine ed un’identità.
Ma cos’è questa neuroplasticità? Come può influenzare il campo energetico?
È la capacità del cervello di modificare la sua struttura e le sue connessioni in risposta a esperienze, pensieri, emozioni e comportamenti.
In parole semplici, il cervello cambia in base a come lo usi.
Come la neuroplasticità genera un’abitudine?
- Uno: ogni pensiero attiva un circuito neuronale.
- Due: la ripetizione rafforza i collegamenti.
- Tre: il cervello inizia a ottimizzare.
- Quattro: delega ai circuiti automatici, i gangli della base.

Inoltre, ci sarà un potenziamento e una potatura sinaptica. Vale a dire che il pensiero ricorrente, che diventerà un’abitudine, che diventerà poi un’identità, potenzia le connessioni neuronali e pota tutte quelle connessioni neuronali dovute alle sinapsi che non sono utilizzate.
Le neuroscienze hanno inoltre dimostrato che attraverso la plasticità sinaptica è possibile riscrivere schemi cognitivi profondi e memorie emotive disfunzionali.
Le sinapsi si rinforzano o si indeboliscono in base all’uso. E questo ci rende non solo responsabili, ma anche pienamente capaci di trasformare noi stessi attraverso pratiche intenzionali e ripetute.
Quindi la neuroplasticità è il potere di trasformazione che ha il nostro cervello, che è continuamente work in progress fino all’ultimo giorno della nostra vita.

E qual è il ponte tra il cervello e la TEV? E gli aspetti vibrazionali del campo energetico?
Nel contesto della TEV sappiamo che pensieri, emozioni, intenzioni, non sono solo impulsi cerebrali, ma frequenze, informazioni, modulazioni del campo energetico.
Un pensiero intenzionale, carico emotivamente, modula i circuiti neurali del campo energetico.
E quando l’intento è chiaro, coerente, la neuroplasticità risponde con maggiore efficacia.
Le emozioni, le emozioni intense anche, creano delle impronte profonde.
L’entusiasmo, l’amore, il desiderio, accelerano l’apprendimento e l’adattamento neurale. A volte, potremmo trovare dei blocchi che impediscono il cambiamento, che limitano la neuroplasticità del nostro cervello.
E questi spesso risiedono anche nel campo sottile.
Se l’energia mantiene uno schema, il cervello continuerà a riprodurlo e le tecniche vibrazionali aiutano a rimuovere questo imprinting. Pensiamo ai fiori di Bach, pensiamo anche all’omeopatia, alla TEV.
Nella prossima e ultima puntata esploreremo come integrare concretamente questi principi nella nostra pratica quotidiana della TEV, con suggerimenti pratici e riflessioni sulla qualità della pratica. Vi aspettiamo per concludere insieme questo viaggio!
Se poi vuoi guardare il video tratto da questo articolo, puoi cliccare su questo link per guardarlo direttamente sul nostro Canale Youtube, oppure ascoltarlo su Spotify se per te è più comodo!
Per proseguire la lettura della serie, clicca QUI per la seconda parte!
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